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The cello suites
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Disco (CD)

Bach, Johann Sebastian

The cello suites : inspired by Bach / Yo-Yo Ma

[New York] : Sony classical, 1997

Copertina
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Disco (CD)

Ramones <gruppo musicale>

Ramones [Audioregistrazione] / Ramones

Warner Bros, 2001

Abstract: Anno di uscita : 1976 br br The Ramones è il primo album del gruppo punk americano Ramones, pubblicato nel 1976. br Dopo aver firmato per la Sire Records nella primavera del 1975, la band iniziò la registrazione del suo primo album nell'inverno dello stesso anno. La registrazione venne effettuata molto in fretta e con un budget molto basso (6.200 dollari). L'album fu registrato alla stregua dei primi lavori di band come i Beatles ed i Cream, cioè con la chitarra su un canale ed il basso sull'altro, mentre la batteria venne registrata su entrambi i canali. Per questa sua caratteristica l'album non ebbe un grosso riscontro presso i disc jockey delle radio americane, raggiungendo solo la posizione numero 111 della classifica pop di Billboard. Di contro, i Ramones saranno indicati come i "padrini" del punk rock, e il loro album di esordio come un disco di grande influenza sulle band che seguiranno le loro orme. Nel 2003 l'album si posiziona al numero 33 della classifica dei 500 migliori album redatta dalla rivista Rolling Stone.

Copertina
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Disco (CD)

Cohen, Leonard <1934-2016>

Songs of love and hate [Audioregistrazione] / Leonard Cohen

Sony Music, [1971]

Abstract: Stanare i fantasmi dalla mente umana, costringerli a lasciare i loro nascondigli più oscuri per uscire allo scoperto, in modo da poterli fissare in ritratti musicali minuziosi, spietatamente realistici, senza accarezzare le gobbe, senza tralasciare i particolari più orribili. Anche questa è un’arte, e tutt’altro che facile, a cominciare proprio dalla tecnica da usare. C’è chi pensa che per sondare il lato perverso del nostro animo basti un pittoresco kit di simboli diabolici (cadaveri più o meno decomposti, croci più o meno celtiche, 666 e altre amenità), il tutto accompagnato dal fracasso di chitarre distorte, urli bestiali e batterie impazzite. Non credo sia la strada giusta, e del resto Oscar Wilde nel suo spassoso racconto “Il fantasma di Canterville” ci ha insegnato che gli spiriti odiano il rumore e lo fuggono. E’ più probabile che ad attirarli sia il suono di una voce cavernosa, dolcemente stanca e disillusa, insieme a quello di una chitarra che accompagna con scarni, mesti accordi da campana a morto. Ma anche questo non basta. Manca ancora la condizione più importante: che questa voce appartenga ad un poeta. Leonard Cohen lo è, sia nel senso letterale (o letterario), sia come autore di testi tra i più espressivi e profondi che siano mai stati musicati. E il suo terzo album, “Songs Of Love And Hate” (1971) non fa eccezione, anzi si può dire che rappresenti il fondo del suo tormentato scavo psicologico, il luogo più pericolosamente vicino al punto di non ritorno della disperazione totale. L’album “nero” del grande poeta canadese è una galleria sconcertante di situazioni umane degradate, tanto che perfino l’unica eroina presente, Giovanna D’Arco (“Joan Of Arc”) lo è solo di nome. In realtà è una donna ormai rassegnata, stanca della guerra e vittima del ruolo fin qui avuto, stanca perfino della vita, che in un ultimo impeto di vitalità si concede al fuoco con la stessa passione con cui darebbe ad un amante. Siamo lontani da quella tragedia dei sensi che travolge la “Nancy” del disco precedente, e ancora di più da quei colori vivi e indelebili che rendono affascinante la figura dell’ipersensibile “Suzanne” del disco di esordio. In ogni caso anche “Joan Of Arc”, come già le altre due icone femminili coheniane, colpì Fabrizio De André, che la seppe tradurre da par suo. Leonard Cohen sa trarre il massimo dalla sua strumentazione essenziale. Prendiamo l’inizio di “Avalanche” (“Valanga”): le corde della chitarra, pizzicate nervosamente, vibrano come i cavi elettrici di una ferrovia prima che arrivi il treno. Si crea un clima di fremente attesa, accentuata dal grave lamento degli archi, e finalmente più che soddisfatta dall’autentica valanga di confessioni e rimorsi che la dura voce di Cohen scarica sull’ascoltatore indifeso, fino ai versi finali, micidiali nel loro totale rifiuto di ogni commiserazione: “Non vestirti di stracci per me, so che non sei povero; e non amarmi tanto ferocemente, quando sai di non essere sicuro…”. Roba da turbare la sensibilità di un economista. Lo stesso pizzicato frenetico anima “Love Calls You By Your Name”, ma qui almeno il testo offre un qualche appiglio, proprio grazie al verso che fa da titolo (“L’amore ti chiama per nome”), un pallido ma inaspettato raggio di sole che chiude ogni strofa. Non è un caso che simili tremiti di chitarra faranno da sfondo prima al testo-confessione più toccante mai scritto da Fabrizio De André (“Amico fragile”), e molto più tardi al suo più apocalittico quadro del mondo attuale (“La domenica delle salme”). Ma ancora non abbiamo toccato l’abisso dell’infelicità. “Last Year’s Man” e “Dress Rehearsal Rag”, impietosamente poste in sequenza, ci riescono più volte. La prima è un’allucinante sequenza di immagini di sfacelo materiale e umano: “l’uomo dell’anno passato” vive in un luogo che è il simbolo stesso del suo degrado (“Il lucernario è come pelle di un tamburo che mai rattopperò”), e da qui ripassa lucidamente le tappe della sua rovina, senza muovere un dito per evitarla. All’inizio voce e chitarra ristagnano nella melma di lunghe note lamentose, poi la ballata si anima appena di quel tanto che basta per trascinarsi avanti in qualche modo. In “Dress Rehearsal Rag” la disperazione è ancora più pressante: la voce di Cohen sembra opporre all’infinita tristezza della musica una certa rabbia, ma con un’intonazione da brividi, che fa temere da un momento all’altro lo scoppio di un pianto inconsolabile. Come se non bastasse alla fine di ogni strofa c’è da fare i conti con la domanda retorica: “E’ o non è stato un lungo declino, uno strano declino?” mentre alla fine ci si scontra con l’agghiacciante verità che in fondo tutto questo declino non è altro che “una prova generale in stracci” di qualcos’altro, che inevitabilmente verrà… (“Allegria!”, direbbe Mike Bongiorno). Ci si riprende (relativamente) con “Diamonds In The Mine”, ibrido pre-waitsiano di reggae stravolto e cori spiritual, e “Sing Another Song, Boys”, immersa in un analogo clima di festa ubriaca e sgangherata, l’unica allegria che Cohen è capace di offrirci. Ma la “canzone d’amore e d’odio” per eccellenza è “Famous Blue Raincoat”. L’immensa tenerezza del suo bellissimo tema cantabile riesce a squarciare per un po’ il velo nero e lugubre che copre gran parte del disco. Sotto il “famoso impermeabile blu”, naturalmente “lacerato alla spalla”, si nasconde un amico-nemico, traditore e tradito, al quale Leonard Cohen, in una insonne notte di dicembre, scrive forse la lettera più sincera e appassionata che sia mai stata messa in musica. I due amici-nemici hanno alle spalle e in comune un intenso rapporto con la stessa donna, ma almeno Leonard è così sopraffatto dal peso di quei lontani ricordi da non sapere se l’ex amico (“fratello mio, assassino”) gli manca, da non essere in grado di perdonarlo né di punirlo, ma soltanto di dirgli “se un giorno passerai da queste parti, per Jane o per me, voglio che tu sappia che il tuo nemico dorme; voglio che tu sappia che la sua donna è libera”, con lo stesso tono con cui traccia lo sfondo neutro della vicenda, una New York fredda ma piena di musica fino a notte inoltrata. Che dire ancora? Che gli unici a cui si può sconsigliare un capolavoro del genere, per ovvi motivi, sono i depressi. Per il resto solo un caldo invito a leggere i testi: con Leonard Cohen ne vale sempre la pena.

 PCD [CD] / The Pussycat Dolls
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Disco (CD)

Pussycat Dolls <gruppo musicale>

PCD [CD] / The Pussycat Dolls

[USA! : A&M, [2005!

Walden and Civil Disobedience
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Libri Moderni

Thoreau, Henry David

Walden and Civil Disobedience / by Henry David Thoreau ; With an Introductio by Michael Meyer

New York : Penguin Books, 1983

Abstract: Disdainful of America's booming commercialism and industrialism, Henry David Thoreau left Concord, Massachusetts, in 1845 to live in solitude in the woods near Walden Pond. "Walden", the account of his stay, conveys at once a naturalist's wonder at the commonplace and a Transcendentalist's yearning for spiritual truth and self-reliance. But, even as Thoreau disentangled himself from worldly matters, his musings were often disturbed by his social conscience. "Civil Disobedience", also included in this volume, expresses his antislavery and antiwar sentiments, and has influenced non-violent resistance movements worldwide. Both give a rewarding insight into a free-minded, principled and idiosyncratic man. Henry David Thoreau (1817-1862) was born in Concord, Massachusetts and educated at Harvard. He became a follower and a friend of Emerson, and described himself as a mystic and a transcendentalist. Although he published only two books in his lifetime, Walden (from which this book is taken) is regarded as a literary masterpeice and one of the most significant books of the 19th century.

GP, Grievous Angel [Audioregistrazione]
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Disco (CD)

Parsons, Gram <1946-1973>

GP, Grievous Angel [Audioregistrazione] / Gram Parsons

[S.l.] : Reprise, 1973-1974

Abstract: Gram Parsons, pseudonimo di Ingram Cecil Connor III (Winter Haven, 5 novembre 1946 – Joshua Tree, 19 settembre 1973), è stato un cantautore, chitarrista e pianista statunitense. Ha avuto una carriera come solista ma è stato anche membro di note band fra cui International Submarine Band, The Byrds e The Flying Burrito Brothers). È conosciuto principalmente per una serie di dischi che hanno aperto la strada al cosiddetto Country Rock degli anni settanta e, poi, all'Alternative country (o Alt-country) degli anni novanta. Parsons ha definito la propria musica come "Cosmic American Music". La sua morte a ventisei anni di età è avvenuta per un'overdose di sostanze stupefacenti. In questo cd due dei suoi più rappresentativi album registrati tra il 1973 e il 1974.

Part 3 [Audioregistrazione]
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Disco (CD)

KC and The Sunshine Band

Part 3 [Audioregistrazione] / KC and The Sunshine Band

[S.l.] : Collectors' Choice Music, 2006

Abstract: Anno di uscita : 1976. Un miscuglio di Motown, Funk, percussioni latine, suoni dei Caraibi ed ecco il Miami Sound: gli inventori di questo importante ramo della disco (che annoverò artisti come George McCrae, Jimmy Bo Horne, Betty Wright, Miami, Latimore) furono KC And The Sunshine Junkanoo Band nome poi tramutato in KC and the Sunhine Band. Il gruppo fu fondato a Hialeah in Florida, nel 1973 da Harry Wayne Casey e da Richard Finch. Casey o KC, il cantante e leader carismatico rimarrà un'icona dell' opopea dance dei 70's. Alla metà degli anni 70 il gruppo è all'apice del successo: creano la loro etichetta la "Sunshine Sound" (distribuita sempre dalla TK), esce il terzo album "Part 3", dal quale verrano estratti "I Like to Do It" (1977), "I'm Your Boogie Man"(1977 n.1) e "Keep It Comin' Love"(1977 n.2), scrivono e pubblicano con la loro nuova label, la splendida "Dance Across the Floor" (1977) di Jimmy Bo Horne e la vendutissima colonna sonora simbolo della Disco "Saturday Night Fever" inserisce "Boogie Shoes"(1976) uscita come b-side di Shake Your Booty. Nel corso degli anni 70 K.C. & the Sunshine Band hanno ottenuto 9 nominations ai Grammy Awards, vincendone 3 e vendendo complessivamente più di 75 milioni di dischi in tutto il mondo.

Giggle, giggle, quack
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Libri Moderni

Cronin, Doreen - Lewin, Betsy

Giggle, giggle, quack / by Doreen Cronin ; pictures by Betsy Lewin

New York : Scholastic, 2003

Abstract: When Farmer Brown takes a vacation and leaves his brother Bob in charge, Duck puts pencil to paper and rewrites the instructions for the animals' care. It's not long before they're living a life of luxury - delighting any child who changes the rules when his parents are away.

The tiny seed
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Libri Moderni

Carle, Eric

The tiny seed / Eric Carle

New York : Scholastic, 1989

Abstract: The story of the life cycle of a flower, from a tiny seed to maturity.

Blade Runner [Audioregistrazione]
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Disco (CD)

Vangelis

Blade Runner [Audioregistrazione] / Music composed by Vangelis

[S.l.] : Warner Bros, 2007

Abstract: Anno di registrazione : 1982. Anno di pubblicazione della colonna sonora : 1994. Vero è che come in pochi altri film colonna sonora e lungometraggio sono assolutamente inscindibili e si auto alimentano in una simbiosi totale: visto il film assolutamente necessario possederne la Ost e quindi ascoltarla pensando alle scene del film.. quindi un ascolto attento di una musica fortemente evocativa. Considerando il film di Scott un capolavoro degli anni 80, io parlo dando per scontato che tutti o quasi l’abbiate visto. Come per quest’ultimo, che è uscito in momenti diversi con un montaggio differente (“The director’s cut” uscì molti anni dopo la prima versione contenendo scene inedite -tratte dal medesimo libro di ispirazione di Philip Dick- con la scelta del regista di eliminare il commento vocale del protagonista, appiattendone un poco il ritmo e l’enfasi e addirittura con un finale che cambia totalmente il senso del film: Deckard scoprirà di essere anche lui un replicante) anche per la colonna sonora non esiste una sola versione. Infatti il primo disco uscì nel 1982 nella versione curata dalla New American Orchestra che stravolse un poco l’arrangiamento originale dei brani, tanto che Vangelis, decise di ripubblicarla nel 1994 in una sua nuova versione dall’arrangiamento molto più elettronico e con l’esclusione (purtroppo) di alcuni brani classici e l’inserimento di musiche che tra l’altro non compaiono nel film se non come appena accennate (in tot 12 brani invece di 8) e che rese per molto tempo la precedente versione irreperibile. Diciamo che il tema originale che ci accompagna durante la visione del film è quello del 1982 del quale vorrei sottolineare la corposità dovuta all’orchestrazione e la forte modernità se paragonato alle musiche più moderne. Ci sono immagini indelebili come quella di Rachel davanti al pianoforte con quell’aria da dama dell’800 accompagnata da un tappeto sonoro -al piano appunto- di una dolcezza struggente, (Memories of Green) o l’immagine penosa della morte di Zora nella neve tra le vetrine infrante del centro commerciale scandita dal lamento della tromba (Blade Runner blues) e ancora la splendida “One More Kiss Dear”, canzone romance stile anni 50 interpretata da Don Percival ed ascoltata dal malinconico protagonista in un incasinatissimo Sushi Bar durante una breve pausa pranzo e la dolcissima Farewell della chiusura luminosa del film. Piccole gemme di un grande lavoro di una modernità ed attualità impressionante (“End Title”) che se vorrete conoscere ed approfondire Vi consiglio di cercare nella prima versione. Grande film, splendida colonna sonora.

Imperial Bedroom [Audioregistrazione]
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Disco (CD)

COSTELLO, Elvis

Imperial Bedroom [Audioregistrazione] / Elvis Costello & The Attractions

[S.l.] : Universal, 2007

Abstract: Anno di uscita : 1982. Elvis Costello, pseudonimo di Declan Patrick MacManus (Londra, 25 agosto 1954), è un cantante e compositore inglese, uno dei più grandi cantanti e musicisti a cavallo tra il punk e la new wave. Imperial Bedroom è il suo 8. album.

Don 't  take  your  Snake  for a  Stroll
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Libri Moderni

Ireland, Karin

Don 't take your Snake for a Stroll / Karin Ireland, David Catrow

New York : Scholastic, 2005

Abstract: Take a moose to the movies, a rhino to a dance, or a pig to the mall? No way! Fanciful rhymes and hilarious illustrations make the simple point that animals should not be invited to people places.

Day of the Dragon King
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Libri Moderni

Osborne, Mary Pope

Day of the Dragon King / by Mary Pope Osborne ; illustrated by Sal Murdocca

New York : Scholastic, 1999

The magic tree house ; 14

Vacation under the volcano
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Libri Moderni

Osborne, Mary Pope

Vacation under the volcano / by Mary Pope Osborne ; illustrated by Sal Murdocca

New York : Scholastic, 1999

The magic tree house ; 13

Ghost town at Sundown
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Libri Moderni

Osborne, Mary Pope

Ghost town at Sundown / by Mary Pope Osborne ; illustrated by Sal Murdocca

New York : Scholastic, 1998

The magic tree house ; 10

Midnight on the Moon
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Libri Moderni

Osborne, Mary Pope

Midnight on the Moon / by Mary Pope Osborne ; illustrated by Sal Murdocca

New York : Scholastic, 1997

The magic tree house ; 8

Hooker [Audioregistrazione]
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Disco (CD)

HOOKER, John Lee <1917-2001>

Hooker [Audioregistrazione] / John Lee Hooker

Los Angeles : Shout! Factory, 2006

Abstract: 4 CD per raccontare la carriera di uno dei più grandi bluesman della storia. John Lee Hooker nacque il 22 agosto 1917 nella contea di Cohaoma, nei pressi di Clarksdale, nel Mississippi. Undicesimo figlio di mezzadri (William Hooker, inoltre predicatore battista, e Minnie Ramsey) delle piantagioni della cosiddetta "cotton-belt" nel sud degli Stati Uniti. Ai numerosi figli della coppia era permesso di ascoltare unicamente canti religiosi, il piccolo John, così, fu precocemente influenzato dalla musica degli spirituals che ascoltava alle celebrazioni nelle chiese. Nel 1921 i genitori divorziarono e l'anno successivo John, con la madre risposatasi con William Moore, traslocò a Clarksdale. Il patrigno era un cantante blues e gli diede le prime nozioni chitarristiche di base. Hooker, in seguito, definì lo stile di Moore come molto personale ed originale, imputandogli una grande influenza musicale sul proprio stile. Will Moore suonava saltuariamente con Charley Patton quando quest’ultimo suonava nei dintorni di Clarksdale. Moore era cresciuto in Louisiana ed il suo stile si differenziava da quello prevalente nel Delta: i suoi brani erano composti da un unico, ripetitivo, ipnotico accordo che andava avanti ostinatamente. Hooker ha fatto proprio questo modo di suonare trasformandolo in un segno inconfondibile del proprio stile. Blind Lemon Jefferson e Blind Blake si recavano spesso a casa di Moore per suonare: furono esperienze significative per il piccolo Hooker, che iniziò a fare del blues la propria vita. John seguì le orme del suo patrigno e cominciò a suonare nelle feste del suo paese, finché, dopo aver trascorso una decina di anni a Cincinnati cantando in svariati cori gospel, nel 1943, mosso dal bisogno lavorativo, emigrò verso il Michigan, nella città di Detroit. Qui, lavorando in una fabbrica di automobili, prese residenza fino al 1969. Divenne assiduo frequentatore dei locali di raduni blues di Hastings Street, il cuore della musica e dello spettacolo nero nella zona est di Detroit. Fu in questo ambito che diede corpo alla sua vocazione di musicista blues, col suo inconfondibile canto rurale, grezzo ed elegante al tempo stesso, cadenzato da un inconfondibile boogie-riff vocale. Nel 1948 la carriera discografica di Hooker ebbe inizio con il singolo Boogie Chillen, inciso nello studio di registrazione vicino la Wayne State University. Malgrado fosse analfabeta, era un paroliere piuttosto prolifico: accanto ai tradizionali argomenti dei testi blues, costruiti su temi ricorrenti, egli sviluppò parte della sua produzione in maniera originale ed innovativa, rifacendosi alla tradizione ma al tempo stesso proponendo nuovi temi. Gli studi di registrazione negli anni '50 spesso pagavano molto poco i musicisti neri, perciò Hooker iniziò a trascorrere le notti passando di studio in studio e proponendo sempre nuove canzoni o variazioni ad ognuna di esse. I brani furono registrati, secondo le condizioni contrattuali, sotto lo pseudonimo di John Lee Booker, Johnny Hooker o John Cooker. Le canzoni soliste del suo primo periodo furono registrate sotto la supervisione di Bernie Besman. John Lee Hooker suonava con uno stile libero ed improvvisato, molto raramente con un ritmo standard: i cambi di tempo erano la norma, funzionali all'andamento della canzone ed ai cambiamenti di umore di cui essa era permeata. Ciò rese molto difficile eseguire delle sovraincisioni, per questo i suoi brani di quel periodo risultano spesso sostenuti da un battere ostinato sulla cassa della chitarra o su un'asse di legno, espediente dalla forte espressività, impiegato su spinta di Besman. Gli anni '60 videro la definitiva consacrazione presso il grande pubblico: ingente notorietà gli venne attribuita dalle numerose cover tributate dai complessi rock della scena britannica, frutto della sua tournée del 1963 in Gran Bretagna. Nel 1980 è apparso ed ha cantato nel film musical The Blues Brothers: lo stile improvvisato di Hooker ha permesso la registrazione dal vivo in presa diretta, diversamente dal playback che solitamente si utilizza nelle registrazioni cinematografiche. Il 1989 è l'anno dell'album The Healer, opera a cui hanno collaborato diversi artisti di fama quali Keith Richards e Carlos Santana. L'album guadagnò un premio Grammy award. Dello stesso periodo alcune registrazioni con Van Morrison (Never Get Out of These Blues Alive, The Healing Game, I Cover the Waterfront) e le apparizioni dal vivo con lo stesso artista, pubblicate dal vivo nell'album A Night in San Francisco Nel 2001, la malattia, poco prima del tuor europeo e di lì a poco il decesso all'età di 83 anni. John Lee Hooker ha inciso oltre 100 album. Tra i vari riconoscimenti: una stella nella Hollywood Walk of Fame e, nel 1991, l'inclusione nell'elenco della Rock and Roll Hall of Fame; due sue canzoniBoom Boom e Boogie Chillen figurano rispettivamente nelle classifiche The Rock and Roll Hall of Fame's 500 Songs that Shaped Rock and Roll e Songs of the Century.

Viking   ships  at  sunrise
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Libri Moderni

Osborne, Mary Pope

Viking ships at sunrise / by Mary Pope Osborne ; illustrated by Sal Murdocca

New York : Scholastic, 1999

The magic tree house ; 15

Peace sells... but who's buying?
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Disco (CD)

Megadeth <gruppo musicale>

Peace sells... but who's buying? / Megadeth

[New York] : Capitol, [2004]

Guitar Slinger
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Disco (CD)

Brian Setzer Orchestra <gruppo musicale>

Guitar Slinger / The Brian Setzer Orchestra ; produced by Peter Collins

Los Angeles : Interscope, [1998!