Il mondo virato
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Libri Moderni

Il mondo virato

Abstract: Questa non è guerra. In guerra giovani e adulti abili si schierano al fronte, non sono al confino domestico insieme ai loro vecchi. Città e infrastrutture vengono polverizzate, oggi risultano intatte. Lo stock di capitale è intaccato, qui intonso. Il rombo delle armi ferisce il silenzio, assordante nel tempo del tutti in casa. Soprattutto, nel combattimento vediamo e odiamo il nemico, che ci compatta perché fa paura. Umanissima e utile reazione al pericolo. Oggi temiamo l’invisibile, che ci angoscia. Il più sfibrante e sterile fra i sentimenti. Da tempo le guerre non si dichiarano più, si fanno. Per questo, forse, i nostri capi la dichiarano ora che non la facciamo. Già, ma a chi? A un microbo potenzialmente letale, che contagiando milioni di persone sta mettendo in crisi perfino le massime potenze. E con il quale dovremo abituarci a convivere per un tempo indefinito. Con calma consapevole, reciproco aiuto nelle comunità e quando possibile fra loro, informazione sobria, credibile, tempestiva. L’esatto opposto della guerra. Come sempre, quando le parole non corrispondono alle cose, siamo disorientati. Se continueremo a volerci in guerra, potremmo finirci in piena incoscienza. Quanto meno, penseremo breve e male, perché nell’emergenza bellica si danno e si prendono ordini. Punto. Chi si ferma a riflettere, peggio dubita, è perduto. Eppure siamo martellati da slogan militareschi, su cui insistono quei comunicatori politici che hanno aspettato la diffusione del contagio per invitare a prevenirlo. Figura di stile? Teatro per risvegliare alla disciplina generazioni immemori dei conflitti usuali per i nostri antenati? Chiamata indifferibile alla solidale protezione della patria? Sarà. Ma recitarci in guerra è scommessa pericolosa. Non ci siamo ancora immunizzati dalla retorica della «guerra al terrorismo» – altro nemico indeterminabile, dunque identificato a piacimento – e già scateniamo quella al coronavirus. Dovremmo sapere che dopo aver spaventato le folle, mobilitato gli armati e allestito pervasive tecnocrazie securitarie, l’energia va scaricata. Tocca inventarsi un obiettivo da colpire, uno purchessia. E se non inquadri il bersaglio, perché invisibile, rischi di spararti addosso. O a vanvera (carta 1). Dopo l’11 settembre Bush figlio scelse l’Iraq, propedeutico al cambio di regime in Iran – ipotesi coltivata da settori dell’amministrazione Trump come diversivo al patogeno «cinese». Disastro da cui gli Stati Uniti devono finire di riprendersi. Oggi saremmo fortunati se ce la cavassimo con qualche rivolta di piazza e virate restrittive di governi a vocazione autoritaria felicemente liberi di corrispondere a se stessi, come anticipa il caso ungherese... (dall'editoriale)


Titolo e contributi: Il mondo virato : la regola dell'emergenza: ognuno per sé : gli europei non sono europei : l'America al bivio nello scontro con la Cina

Pubblicazione: Roma : GEDI, 2020

Descrizione fisica: 312 p. ; [10] carte di tav. : ill. ; 24 cm

Serie: Limes ; 2020/3

Data:2020

Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)

Paese: Italia

Risorse esterne:

Soggetti:

Dati generali (100)
  • Tipo di data: monografia edita in un solo anno
  • Data di pubblicazione: 2020

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